Bambini vivaci o iperattivi?

Oggi la nostra psicologa Ilaria Bonora ci parla di bambini vivaci e bambini iperattivi. Spesso infatti si fa molta confusione scambiando la vivacità per iperattività…ecco le vere differenze…
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Mio figlio Tarzan ha 2 anni è un bambino che quando è sveglio ci distrugge. Fin da piccolissimo è stato molto attivo. E’ sempre in movimento: deve sempre toccare qualcosa o rovesciarne un’altra. Non riesce a fare a meno di fare tre cose in una volta. Inoltre è irascibile per qualsiasi cosa. É iperattivo o è un bimbo solo vivace?

Per Jane bambina di 4 anni la scuola è un problema: non sta mai ferma, non resta in silenzio, interviene sempre. E’ un bambina iperattiva?

Come si puó notare queste domande che mi sono state poste sono identiche e avrei potuto scrivere altri esempi molto simili: molto spesso da parte dei genitori c’è la preoccupazione che il proprio bambino sia iperattivo. É frequente, infatti, che questi ultimi portano a valutazione diagnostica i propri figli con la specifica richiesta di capire se il bambino ha tale disturbo. Questo è oggi un argomento molto dibattuto e spesso travisato dai genitori; è un argomento che spesso incute timori e paure nelle figure che operano con bambini “vivaci”.
Per tali motivi ho deciso di parlare della distinzione tra vivacità ed iperattività.
Chiedo scusa anticipatamente se questo articolo rispetto agli altri risulterà molto piú tecnico e teorico ma essendo “l’iperattivitá” un disturbo vero e proprio è necessario utilizzare definizioni e parole adeguate. Spero che ciò che leggerete possa esservi d’aiuto per comprendere al meglio se si ha a che fare con un bambino portatore di una psicopatologia specifica oppure con un bambino semplicemente energico.
Per iniziare a capire meglio dobbiamo domandarci che cosa significa “iperattivitá”. Questa parola è utilizzata nel linguaggio comune per definire il disturbo di ADHD che letteralmente significa Attention Deficit Hyperactivity Disorder, tradotto in italiano “Disturbo da Deficit di Attenzione e iperattività“. Tale sindrome porta il bambino iperattivo ad essere estremamente ingestibile, impulsivo e con un controllo inadeguato dell’attività motoria; è un bambino che ha visibilmente difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi durante le attività che svolge; questi problemi derivano sprincipalmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente; molto spesso l’area più compromessa è quelle delle relazioni sociali poiché i bambini ADHD ricevono minor consenso e maggiori rifiuti dai loro compagni essendo spesso aggressivi, dicendo frasi negative, essendo non collaborati e cooperativi. Dunque è fondamentale dire che quando si parla di bambino iperattivo non si parla quindi di un bambino solamente vivace e che sta attraversando una normale fase di crescita ma di un bambino che soffre di una psicopatologia che ha necessita di una diagnosi ben precisa e di un trattamento adeguato.
I bambini solamente vivaci sono tantissimi, di norma, infatti tra i 3 anni e gli 11 anni i piccoli sono tendenzialmente “bombe energiche” sempre in moto e rivelte alla scoperta del mondo; coetanei e adulti li incuriosiscono; la propria casa e ambienti nuovi sono “terreni” da esplorare anche mettendoli completamente a soqquadro. Come gestire, allora, queste piccole pesti? Come prima cosa è necessario distinguere se l’irrequietezza eccessiva del bambino dipenda solo da un eccesso di stimoli, o se sia legato ad una richiesta di attenzione. Talvolta i bambini diventano pestiferi e manifestano questa propensione e fanno impazzire i genitori davanti ad un pubblico, quando vogliono attirare la loro attenzione. In questi casi è utile programmare delle attività da fare insieme con il bambino, sia con entrambi i genitori, che con un solo genitore per volta come momento da trascorrere in totale complicità. Questo rassicurerà il bambino che smetterà di fare i capricci e di essere troppo irrequieto.
In linea generale i bambini sempre in moto devono impiegare le loro energie in modo costruttivo e a volte però un eccesso di stimoli fisici e intellettivi il problema del bambino, è quindi tendenzialmente essenziale:

• Ridurre le attività guidate e premettere al bimbo di sfogarsi giocando in libertà per più ore al giorno o proporre a lui di iniziare qualche attività sportiva di suo interesse.

• Che i bambini molto vivaci non vengano “gestiti” da troppe persone contemporaneamente. E’ il caso dei bimbi che trascorrono troppo tempo con i nonni e con altri parenti, che impartiscono regole educative diverse da quelle genitoriali finendo per annullare queste ultime e inducendo il piccolo a comportarsi in modo anarchico.

• Mettere delle regole molto chiare che vanno spiegate al bambino. Ad esempio, non si urla, non si interrompono gli altri adulti, non ci si nasconde, si è educati e si dà retta ai genitori.

• Che il bambino sebbene sotto controllo abbia l’occasione per sfogarsi. Portateli al parco e in ludoteca, incontrare coetanei, permettetegli di “pasticciare” in modo controllato (ad esempio con i colori o aiutando la mamma in cucina).

• Non urlare quando ci fanno impazzire, prenderli da parte e in modo molto fermo parlare con tono calmo e serio, facendogli capire che stanno esagerando.

Spero di avervi fatto capire come la sindrome ADHD, è spesso e involontariamente tirata in ballo nel linguaggio comune anche se molti bambini considerati iperattivi sono solo molto vivaci. Ci sono, è vero, alcuni bambini che non rientrano nei cosiddetti canoni della “normalità” per quanto riguarda il comportamento sia in pubblico che in casa, che appaiono troppo irrequieti, aggressivi e instabili, che non riescono a concentrarsi per più di cinque minuti sulla stessa attività, e in questi casi è consigliabile che quei genitori davvero preoccupati del comportamento del proprio piccolo condividano le loro preoccupazioni con il medico di fiducia o uno specialista del settore psicologo, neuropsichiatria infantile o pediatra, cosi da poter definire un eventuale processo diagnostico accompagnato da un idoneo trattamento.